"Questa solenne e commossa cerimonia
si inserisce nel progetto del Santo Padre che evita quella che
lui stesso definisce 'cultura dello scarto'. Il detenuto deve
essere un soggetto da rieducare, come dispone la Costituzione,
ma anche da comprendere nel suo dramma interiore e da aiutare
per superare i momenti difficili della privazione della
libertà". Così il ministro della Giustiia, Carlo Nordio.
"Dal punto di vista operativo - osserva Nordio - insisto nel
progetto che porti lo sport e il lavoro nelle carceri, perché
sono due momenti essenziali per attenuare le tensioni. Inoltre -
aggiunge - intendo patrocinare la cultura: in diversi istituti
sono presenti piccoli teatri, orchestre e laboratori e stiamo
affinando i protocolli per portare nelle carceri attori e
artisti, molti dei quali si sono offerti con generosa gratuità".
"La speranza - conclude il ministro - è quella che il Papa
intende come 'ancoraggio', che parta da tutti noi, consapevole
della nostra fragilità".
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