"Il tentativo di estorsione messo
in atto da Pietro Maso non è stato fatto nei confronti delle
sorelle. L'eredità dei genitori non c'entra. Hanno saputo,
casualmente, di una richiesta fatta dal fratello ad un' altra
persona, con toni estorsivi, violenti, che le ha convinte ad
avvisare del fatto i carabinieri". Lo ha detto all'ANSA
l'avvocato Agostino Rigoli, legale delle sorelle di Pietro,
Nadia e Laura Maso. Rigoli ha anche aggiunto che la
preoccupazione delle due donne è nata anche dopo aver incontrato
il fratello, qualche tempo fa, e avendo riconosciuto in lui una
"situazione psicologica simile a quella di 25 anni fa, prima
dell'omicidio".
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