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Eyvazov torna a Palermo, Otello sulla scena non nella realtà

Eyvazov torna a Palermo, Otello sulla scena non nella realtà

Il tenore racconta la sua vita in vista del debutto al Massimo

PALERMO, 21 gennaio 2025, 15:12

Redazione ANSA

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Yusif Eyvazov torna al Teatro Massimo di Palermo per cantare Otello di Giuseppe Verdi, il penultimo capolavoro del genio di Busseto in scena dal 24 gennaio. A Palermo ha già cantato in Manon di Puccini e poi due estati fa venne in concerto con il soprano che allora era ancora sua moglie, Anna Netrebko. Oggi affronta il ruolo difficile in una produzione di grande impatto, con la regia di Mario Martone, di cui Eyvazov sembra entusiasta. "E' un regista colto, sensibile, ma è anche un gentiluomo, pronto a rispettare tutte le esigenze dei cantanti, è un artista che ascolta molto. La sua regia è moderna, ma tutto ha un incedere logico, comprensibile.
    Con lui avevo già lavorato alla Scala per l'Andrea Chenier".
    Eyvazov nacque in Algeria ma già a 2 anni la famiglia si era trasferita in Azerbaigian, dove il padre faceva l'ingegnere. E anche Yusif studiò ingegneria fino a quando qualcuno notò la sua voce. Poi a Milano per studiare e quelli furono anni di galera, studiare di giorno e lavorare di notte. "Non faccio mistero dei problemi e dei momenti bui che ho attraversato, ma la passione e la volontà erano più forti dell'enorme stanchezza. Nella carriera di ognuno di noi è buona cosa un pizzico di fortuna, gli incontri al momento giusto, ma è lo studio che comanda e non agli inizi, sempre. Io studio anche oggi, sempre, occorre misurare la potenza e le possibilità della propria voce ma ancora più importante è la testa, l'intelligenza. Molti cantanti finiscono col rovinare la propria voce perché osano troppo". E a proposito del suo matrimonio finito con la Netrebko lascia intendere che "nella vita di tutti noi possono esserci momenti difficili, può succedere di tutto, ma devi sempre avere il coraggio di andare avanti. Abbattersi non ha alcun senso e sapere che comunque la vita può riservarti altri momenti meravigliosi". Insomma è l'opposto del generale Otello, vero? "Sicuramente - sorride il tenore - ed è strano che un militare capace di vincere tutte le sue battaglie, si riveli poi un uomo insicuro, fragile, che si lascia irretire da quel demonio di Jago. Quel fazzoletto era forse una prova? Ma le ragioni dell'opera non sono mai quelle della vita. Con sofferenza però notiamo come molti uomini cadano nella trappola mortale della gelosia".
   

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