"Solo la metà dei 42,8 milioni di
persone con disabilità in età lavorativa in Europa è impiegata.
Per un cambio di passo il modello da seguire può essere quello
italiano. In Italia, infatti, solo nelle cooperative sociali di
inserimento lavorativo sono occupate oltre 20.000 persone con
disabilità": lo sottolinea il presidente di Confcooperative
Federsolidarietà, Stefano Granata, in occasione della giornata
dei diritti della persona con disabilità.
"L'esperienza italiana della cooperazione sociale può essere
replicata in tutti i paesi dell'Unione europea", indica: "Grazie
alla cooperazione in Italia è stato possibile abbattere barriere
per garantire diritti, inclusione a persone che rischiano di
rimanere ai margini attraverso servizi innovativi di welfare e
percorsi personalizzati di inserimento lavorativo in grado di
coniugare potenzialità e produzione di beni e servizi".
Ora "occorre rendere concreto l'impegno preso dal G7
'inclusione e disabilità'. A tracciare la strada, le linee guida
adottate dalla Commissione europea lo scorso 20 novembre per
promuovere il diritto delle persone con disabilità a vivere in
modo indipendente e ad essere incluse nella comunità. È quindi
importante che ora anche l'Unione europea si adoperi per rendere
tangibili gli obiettivi già fissati dalla Convenzione delle
Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e dalla
Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030".
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