"Per la Fiom il piano è inaccettabile
e va come tale respinto. Siamo pronti ad una discussione solo se
il presupposto di partenza è il rilancio e la salvaguardia dei
siti, con chiare missioni produttive, sostenute da investimenti,
garantendo un futuro occupazionale ai territori interessati.
L'azienda deve presentare un nuovo piano industriale, non può
presentarsi tre mesi dopo l'acquisizione e voler dimezzare i
dipendenti. Non lo consentiremo", questo il duro commento della
segreteria nazionale della Fiom attraverso una nota congiunta
firmata da Barbara Tibaldi e Alberto Larghi, al termine
dell'incontro odierno al Mimit dove Beko Europe ha confermato
'integralmente' il Piano industriale con 1.935 esuberi, chiusura
di stabilimenti e ridimensionamento dell'area impiegatizia. "Il
Governo deve passare dagli annunci ad effetto, ad una proposta
accompagnata da risorse economiche vere a sostegno anche diretto
dell'industria, per concorrere alla sostenibilità nella
competizione globale. La nostra mobilitazione prosegue con lo
sciopero di tutta la categoria di domani a Varese e di venerdì a
Siena", si conclude la nota non prima di una battuta al vetriolo
nei confronti del ministro Urso. "Nell'incontro di oggi al Mimit
il ministro, aprendo i lavori dopo un excursus storico sulle
società dell'elettrodomestico, ha ribadito che la golden power e
le sue deterrenze rimangono un segreto di stato inviolabile.
Sembra un gioco, ma è così. Pertanto in attesa di comprendere
quale deterrenza contenga il provvedimento segreto, l'azienda ha
ribadito il suo piano di 'graduale dismissione', con i medesimi
argomenti delle precedenti puntate, evidenziando perdite in
milioni di euro a 'tre cifre' che si traducono nei 1.935 esuberi
dichiarati, con la chiusura di due siti".
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