Solo un imprenditore turistico,
su 50 intervistati del settore nel Maceratese, si è detto pronto
ad applicare il contratto collettivo nazionale nell'assumere un
dipendente. Mentre la retribuzione lorda annuale non supera i
6.300 euro. È quanto emerge dall'indagine #OpenToDiritti
realizzata da Ires Cgil della provincia di Macerata in
collaborazione con un gruppo di giovani che hanno contattato le
attività - ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie e stabilimenti
balneari - in cerca di personale nel Maceratese e in piccola
parte nel Fermano e Anconetano. Risultati che sono stati
presentati oggi a Macerata dal segretario generale Cgil Daniele
Principi, dalla segretaria Nidil Cgil Loredana Guerrieri e dalla
segretaria Filcams Angelica Bravi.
La ricerca si è svolta tra i mesi di marzo e maggio e "nasce
dall'esigenza di fare chiarezza rispetto al dibattito che si è
acceso sulla difficoltà di reperire personale, legato anche al
reddito di cittadinanza. Il quadro che emerge è che il mancato
rispetto delle regole contrattuali è quasi sistematico",
spiegano i sindacalisti. "Emerge inoltre - aggiungono - che metà
degli intervistati non fa riferimento ad alcun contratto, c'è
chi invoca invece quello a chiamata, alcuni quello stagionale e
c'è stato anche chi ha proposto di diventare socio volontario
per lavorare". "Nella ristorazione, ad esempio, che occupa
l'87,8% degli addetti del settore turistico - sottolineano
ancora Principi, Guerrieri e Bravi - solo il 5% adotta il
contratto stagionale e questo ovviamente ha delle ripercussioni
negative sulla Naspi".
Altro dato che i sindacalisti hanno posto all'attenzione è
l'orario di lavoro: "La maggior parte degli intervistati chiede
una disponibilità lavorativa di 7 giorni su 7, in palese
violazione delle norme contrattuali che prevedono invece il
riposo settimanale". "Anche sugli orari ci sarebbe molto da
dire, in alcuni casi gli imprenditori non li hanno saputi
quantificare", dicono ancora i sindacalisti della Cgil.
Infine, il dato regionale sulle assunzioni a contratto
intermittente o a chiamata: "Le Marche hanno il primato negativo
di essere, con il 17,7%, la regione italiana che ne ha maggiore
ricorso, rispetto a una media nazionale dell'8,9%".
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