"Ogni Comune delle Marche dovrebbe
avere una via o una piazza dedicata a Paolo Borsellino e
Giovanni Falcone. Invito chi ancora non le ha a farlo. Dobbiamo
avere in ogni città il loro nome perché sono eroi dei nostri
tempi". Così l'assessore regionale alla Sicurezza Filippo
Saltamartini è intervenuto oggi alla cerimonia di commemorazione
per i 30 anni dalla strage di via D'Amelio. Una cerimonia che si
è tenuta nel piazzale Emanuela Loi di Palazzo Leopardi, a cui
hanno partecipato autorità civili e militari. Presenti anche la
presidente del Tribunale di Ancona Edi Ragaglia e il sindaco di
Ancona Valeria Mancinelli. Saltamartini ha ricordato Borsellino
e i suoi valori, rivelando di averlo conosciuto nel 1988.
"Avevano appena approvato la nuova delega di procedura penale -
ha detto l'assessore -, dicevamo addio al codice Rocco.
Borsellino era con la figlia Fiammetta, avrà avuto 12/14 anni,
era al ristorante e il capo della scorta gli disse 'si sposti
dottore, perché alle spalle ha una finestra e può essere
pericoloso'. Lui rispose 'quando vogliono mi possono ammazzare'.
Quattro anni dopo non c'era più. Mi colpì quella frase detta
davanti alla figlia. Noi dobbiamo ricordare anche il sacrificio
delle loro famiglie e delle tante vittime". Piazzale Emanuela
Loi, antistante una delle sedi istituzionali della Regione che
ospita, insieme a uffici della Giunta regionale anche l'Aula
consiliare dell'Assemblea legislativa, è stata intitolata, il 5
ottobre 2019, proprio ad una delle vittime della strage. Il 19
luglio 1992, insieme a Borsellino, persero la vita gli agenti
della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a
far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di
Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie
Cosina e Claudio Traina.
Un dipinto che raffigura Falcone e Borsellino è stato donato
dagli studenti della prima B dell'istituto d'arte Mannucci di
Ancona, rappresentato dal preside Francesco Maria Orsolini.
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