Cerimonia di commemorazione
dell'eccidio al Forte San Martino, dove il 14 gennaio del 1944
persero la vita per mano nazifascista otto concittadini
genovesi. Dopo la deposizione delle corone di alloro ai piedi
della lapide in memoria dei martiri, in via Piero Gobetti, il
corteo si è spostato a Forte San Martino. La cerimonia è stata
curata dal comitato permanente della Resistenza della Provincia
di Genova e l'orazione commemorativa è stata tenuta da Giacomo
Ronzitti, presidente Ilsrec - Istituto Ligure per la Storia
della Resistenza e dell'Età Contemporanea "Raimondo Ricci". In
rappresentanza del Comune di Genova il presidente del consiglio
comunale Carmelo Cassibba. L'eccidio di Forte San Martino, ha
detto Cassibba "è una pagina tragica della nostra storia scritta
con il sangue di otto uomini coraggiosi fucilati in un vile
massacro nazifascista. Otto patrioti che pagarono con la loro
vita il prezzo della lotta per la libertà e la democrazia contro
l'oppressione e la tirannia. È importante ricordare, perché la
memoria ci guida nel distinguere ciò che è giusto da ciò che è
sbagliato e ci ricorda che libertà, diritti e democrazia sono
conquiste preziose da difendere. È un principio che non mi
stancherò mai di ripetere, soprattutto ai ragazzi: è necessario
spiegare loro il coraggio di quegli uomini e insegnare che
un'ingiustizia, un atto di bullismo, una parola che ferisce non
sono normali: sono azioni che vanno contrastate, sempre. Fare
memoria significa avere uno strumento per costruire un futuro
migliore, ispirandosi ai valori di chi ha sacrificato la propria
vita per consegnarci un mondo più giusto"-
Alla commemorazione ha preso parte anche il consigliere
Armando Sanna: "gli otto patrioti uccisi a Forte San Martino
sono eroi indimenticati e indimenticabili, rappresentano - ha
detto Sanna - una lezione di coraggio e di civiltà e il loro
tributo di sangue e di dolore ha reso ancora più potente e
inarrestabile la lotta di Liberazione contro viltà, cieca
violenza e contro l'oltraggio ai valori della libertà, della
democrazia e dell'autodeterminazione del popolo italiano".
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