A 67 anni e dopo 41 anni in
magistratura di cui 33 in procura a Genova il pubblico ministero
Vittorio Ranieri Miniati va in pensione. Domani, vigilia di
Natale, per lui che da otto anni come procuratore aggiunto
coordina i pool fasce deboli e pubblica amministrazione del nono
piano di palazzo di Giustizia sarà l'ultimo giorno di lavoro.
"E' un po' strano per me pensare che da dopodomani non verrò più
qui a lavorare" ammette. Il primo progetto è quello di
iscriversi "alla facoltà di Storia e poi voglio fare un po' di
volontariato".
Il suo nome è indissolubilmente legato al G8 di Genova, in
particolare al processo che accertò le torture nella caserma di
Bolzaneto: "E' indubbiamente il processo a cui sono più legato -
racconta - e ho avuto la fortuna di farlo con la collega
Patrizia Petruzziello, magistrato preciso e con un senso del
dovere incontenibile. E' stato un processo anche tecnicamente
molto difficile, complicato dal numero degli imputati e dal
fatto che si indagava nei confronti delle forze di polizia. Fu
un processo delicato e con grosse polemiche ma che
professionalmente e umanamente mi ha fatto crescere tanto".
Miniati ha anche coordinato la maxi inchiesta che ha portato
all'arresto e al patteggiamento dell'ex governatore Toti: "Ma
quello non l'ho seguito in prima persona, mi sono limitato a
coordinare e a seguire qualche interrogatorio" dice. Anche in
questo caso gli attacchi alla magistratura genovese non sono
mancati: ""Ultimamente poche critiche - commenta - entrano nel
merito delle questioni perché ben vengano in un paese
democratico le critiche ai provvedimenti o alle sentenza, un
altro conto sono invece gli attacchi personali ai magistrati. Io
però penso che noi abbiamo il dovere di impegnarci al massimo
perché svolgiamo una funzione di giustizia importantissima per
la società e quindi nonostante gli attacchi abbiamo il dovere di
tenere la barra a dritta e soprattutto la schiena ben dritta".
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