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Schloss, Woodman, Mirri, Casetti e Laporte, le ragazze Maldoror

Schloss, Woodman, Mirri, Casetti e Laporte, le ragazze Maldoror

Dagli anni '70 tornano in mostra le artiste di Via di Parione

ROMA, 29 gennaio 2025, 11:59

Redazione ANSA

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(di Francesco Gallo) Tra Via di Parione e Via della Fossa, a un passo da Piazza Navona, in quell'antro alchemico che è stata la Libreria galleria Maldoror negli anni Settanta, accadevano tante cose. Non solo lo sdoganamento dei libri del Futurismo (una cosa allora scandalosa) e di Alberto Savinio, prima che lo scoprisse Adelphi, ma anche sperimentazioni, incontri eterogenei, mostre, follie, litigi e tutto questo all'ombra di una cultura nichilista che mostrava poco il sorriso.
    Giuseppe (Cristiano) Casetti e Paolo Missigoi erano i sacerdoti di questo laboratorio in cui gravitava con curiosità una Roma intellettuale, e non, che ammirava oltre alle mille immagini appese alle pareti, quegli scaffali pieni di libri di autori come Zolla, Louis Ferdinand Celine, Nietzsche, Maturin, Meyrink, Artaud, Bataille e del Divin Marchese De Sade.
    Da oggi al 3 marzo alla Libreria-galleria il museo del louvre Roma via della Reginella 8a, legittima erede di quella di Maldoror, c'è una mostra a cura di Giuseppe Casetti dal titolo 'Le ragazze di Maldoror: Edith Schloss, Francesca Woodman, Sabina Mirri, Monica Albasini Casetti e Cati Laporte', ovvero le artiste che in quegli anni fecero le loro mostre nel sottoscala di quella libreria, opere diverse ma con un carattere comune.
    Edith Schloss era un'artista americana arrivata a Roma negli anni cinquanta insieme a Peter Rockwell, Cy Twombly, Robert Rauschenberg, Mark Rothko e Milton Gendel. Monica Albasini Casetti, testimone sin dalla nascita di Maldoror, il 18 novembre 1978 espone le sue silhouette nere, sagome di cartone ritagliate, che evocano profili di ombre che assumono forme umane. Da lei anche cancellazioni su vecchie fotografie con tempera nera sul volto o parte di esso. Cati Laporte, ragazza francese disse che era venuta in Italia per fotografare le suore, quelle vestite di bianco, quelle di nero, quelle azzurre, quelle grigie, quelle marroni e quelle bianche e celesti.
    Sabina Mirri, artista che negli anni Ottanta gravitava nella Trans avanguardia di Bonito Oliva, aveva messo in mostra le sue scatole, inchiostri, collage e il mondo dei conigli di Beatrix Potter. Francesca Woodman, infine, una delle più importanti fotografe americane del Novecento (morta suicida a 22 anni), fece nel 1978, del tutto sconosciuta, la sua prima mostra a Maldoror. Le immagini sono quelle note delle sue foto più note: la cornice di marmo della porta del salone di palazzo Cenci, il muro macchiato e segreto delle sue cantine, il pavimento e il cielo della sua casa di San Salvatore in Lauro e il suo corpo nudo, moltiplicato per mille, che racconta come può la sua infinita solitudine.
   
   

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