"L'occupazione è finita e contiamo i
danni. La scuola è devastata. Diversi computer presenti nelle
aule sono danneggiati, uno è stato bruciato, alcune porte sono
state sfondate, molti banchi sono scheggiati, molti armadietti
sono rovinati, quelli degli studenti e anche in sala professori,
molte sedie e banchi sono stati lasciati all'aperto sotto la
pioggia, gli ascensori sono inservibili, le due guardiole,
interna e esterna, sono state sfondate, c'è sporcizia
dappertutto e scritte infamanti e sessiste e bestemmie su molte
pareti. Su un pannello una scritta antisemita e parole d'odio.
Come gesto simbolico, immagino, un vocabolario di latino è stato
gettato in un water.
La conta precisa dei danni richiederà tempo.
Noi forse non sapremo mai chi sono tutti gli autori materiali
degli atti di vandalismo che hanno così pesantemente devastato
la nostra scuola.
Ma bisogna prendere atto tutti, insieme, che non c'è coerenza
tra le parole dei documenti e l'azione dell'occupazione. Non si
può parlare di disagio degli studenti e non avere a cuore la
condizione dei ragazzi più fragili che restano fuori, o degli
studenti con disabilità, che ho più volte richiamato". A dirlo è
la preside del Liceo scientifico Morgagni, nel quartiere
Monteverde, a Roma, Patrizia Chelini.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA