"Non si può parlare di una
lezione e di un'eredità ma di lezioni e di eredità multiformi
com'era multiforme l'opera di Pasolini e poliedrico il suo
pensiero intellettuale": è uno dei concetti emersi dalla tavola
rotonda che ha concluso a Casarsa della Delizia (Pordenone) il
convegno annuale "Pasolini 100. Ieri. Oggi. Domani",
organizzato dal Centro studi Pasolini e curato da Maria
Locantore. Al centro del dibattito la figura dell'intellettuale
definito un "classico contemporaneo".
Condotto da Rino Caputo, all'incontro hanno partecipato anche
Renzo Paris, uno dei maggiori poeti e romanzieri contemporanei,
che ha testimoniato la sua conoscenza diretta di Pasolini e
Moravia, e la giornalista Maria Latella. Il confronto fra
intellettuali, giornalisti e scrittori -fra gli altri anche
Paolo Desogus, Mirella Armiero, Massimo Raffaelli, Andrea Di
Consoli - si è soffermato anche sul Pasolini che negli anni '70
scriveva sul Corriere della Sera rompendo il confine del
conformismo e rivelandosi rivoluzionario.
"Al punto tale - queste le conclusioni - che anche il suo agire
politico per alcuni è letto come atteggiamento totalmente
politico ideologico, per altri totalmente pre-politico, per
altri ancora impolitico, nel senso che mantiene una distanza da
quella che è la politica dei nostri giorni mentre lui aveva
teorizzato che l'Italia si sarebbe spoliticizzata. Questo ci dà
ancora una volta l'idea ma anche la conferma che il pensiero di
Pasolini lo possiamo iscrivere in una classicità, perché ha
compiuto 100 anni, ma allo stesso tempo è di una stravolgente
contemporaneità, quindi potremmo definirlo un classico
contemporaneo".
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