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Orban incorona Meloni e Le Pen, allarme dei socialisti

Orban incorona Meloni e Le Pen, allarme dei socialisti

Copertina dell'Economist per le 2 leader. Schmit frena su Draghi

BRUXELLES, 30 maggio 2024, 20:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Michele Esposito) Da un lato Giorgia Meloni, dall'altro Marine Le Pen. Alle spalle il fronte delle destre e dei populisti pronto a sovvertire gli equilibri nell'Ue. A meno di dieci giorni dal voto, il racconto delle prossime elezioni Europee è ormai intriso di contrapposizioni manichee. Il dialogo tra il Ppe e Fratelli d'Italia - affiancati dai partiti di destra meno estremisti - sembra essere ormai travolto dall'avvicinamento della premier italiana e della leader dell'opposizione francese, incoronato dal meno europeista dei capi di governo del continente, Viktor Orban. "Queste sono elezioni storiche. Fra 10 anni saranno viste come le elezioni che hanno deciso sulla pace o la guerra in Europa", ha sottolineato il premier ungherese, secondo il quale "il futuro della destra è nelle mani di Meloni e Le Pen".
    Orban e il suo partito Fidesz è il terzo elemento di un tridente che, secondo i rumors brussellesi, non troppo tardi potrebbe confluire in un unico gruppo. Al momento Meloni guida i Conservatori e Riformisti, Le Pen il gruppo di Identità e Democrazia, Fidesz permane nel limbo dei non iscritti. Da mesi, tuttavia, Orban chiede di entrare in Ecr e la sua causa, all'interno del gruppo, viene perorata dai polacchi del Pis.
    Parallelamente l'espulsione dei tedeschi di AfD da Id - voluta da Le Pen con il placet della Lega - ha rimosso uno dei principali ostacoli all'unione dei due gruppi. L'ipotesi resta molto difficile, basti ricordare che nell'ultimo quinquennio Ecr e Id spesso hanno votato in maniera diversa. Eppure, il risultato positivo delle elezioni e la necessità di rafforzare le proprie posizioni potrebbe rendere possibile ciò che, fino a qualche mese fa, sembrava impossibile. "La reputazione che Meloni si è costruita, come questa nuova destra che ha insediato in Italia e nell'Unione europea, mi ispira molto rispetto", ha sottolineato Orban.
    Il settimane Economist ha dedicato la sua copertina a Ursula von der Leyen, Meloni e Le Pen. "Le tre donne che daranno forma all'Europa. Tre modi di affrontare il dilemma del populismo", scrive il magazine britannico. Guardando al trend della campagna elettorale, tuttavia, la coesistenza delle tre leader al potere nell'Ue appare difficile. Più Meloni e Le Pen si avvicinano, più per la presidente della Commissione uscente diventa arduo far digerire alla maggioranza europeista la presenza di FdI. Se poi a incoronare Meloni c'è Orban, considerato a Bruxelles alla stregua di un proxy del Cremlino, allora la distanza diviene incolmabile. "Meloni è uguale a Le Pen, è un lupo travestito da agnello", ha sottolineato il candidato del Pse Nicolas Schmit in un'intervista ad un gruppo di agenzia stampa, tra le quali l'ANSA, riunite nella European Newsroom. Rilanciando un messaggio che, da giorni, socialisti e liberali hanno recapitato a von der Leyen e al Ppe, il cui abbraccio alle destre - ha attaccato Schmit - "fa rivoltare De Gasperi nella tomba".
    Per von der Leyen, tuttavia, contare esclusivamente sul voto di Ppe, S&D e Renew è un rischio. Lo scrutinio segreto, in plenaria, potrebbe falciare la sua candidatura. Anche per questo continuano a spuntare eventuali piani B, a cominciare da quello di Mario Draghi. L'ex premier gode della stima di gran parte delle cancellerie europee ma, finora, ad averlo informalmente proposto è stata solo Parigi. Per Schmit la sua elezione "non rispetterebbe il sistema", che prevede la distribuzione dei top jobs tra Ppe, socialisti e liberali. "Draghi non appartiene a nessuna famiglia politica, la vedo complicata", ha osservato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Se i sondaggi saranno confermati, il Ppe chiederà la presidenza della Commissione, i socialisti quella del Consiglio europeo, i liberali la poltrona di Alto Rappresentante. Ma se la candidatura di von der Leyen venisse bocciata questo Cencelli comunitario rischierebbe di essere travolto. Per Draghi le porte della Commissione non sono ermeticamente chiuse. E non lo sono neanche quelle dell'Europa Building. "Secondo me, sarebbe molto più adeguato come presidente del Consiglio europeo", è il suggerimento di Emma Bonino.
   

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