(di Michele Esposito e Marcello Campo)
"Il tempo delle illusioni è
finito. E' l'ora del coraggio, è l'ora del riarmo". Ursula von
der Leyen, davanti ad una Plenaria dell'Eurocamera a Strasburgo,
ha ribadito un concetto che è diventato ormai un pilastro a
Palazzo Berlaymont: con l'America di Donald Trump e un vicino
"ostile e di cui non ci si può fidare" come Vladimir Putin
l'Europa non ha alcuna alternativa se non quella di una corsa al
riarmo che, sul piano finanziario, resta avvolta dagli
interrogativi. Era un passaggio delicato quello della presidente
della Commissione in Aula. Perché la mossa dell'esecutivo Ue non
ha convinto tutti. E ha spinto le opposizioni ad alzare il
livello della protesta. Il leader del M5S Giuseppe Conte è
volato in Alsazia e, assieme a 48 parlamentari pentastellati, ha
inscenato una protesta plateale riassumibile in un concetto: la
contrarietà assoluta all'escalation militare.
Sul riarmo Ue le partite politiche europee e quelle interne
si incrociano pericolosamente. A Strasburgo la maggioranza che
ha votato per von der Leyen, nonostante più di un malumore, ha
scelto di appoggiare con una risoluzione ad hoc,il piano
RearmEu. Il testo sarà votato mercoledì ma la compattezza della
maggioranza europeista (Ppe, Socialisti, Renew e Verdi) è tutta
da verificare. Ed è una maggioranza alla quale potrebbe
aggiungersi buona parte di Ecr, meloniani in testa. Tra i
Socialisti resta l'interrogativo del Pd, che si avvia alla
votazione con la zavorra di una probabile spaccatura. Divisioni
che potrebbero coinvolgere anche i Greens, con la delegazione
italiana già pronta al no. Il Ppe - Foza Italia inclusa -
sostiene la corsa al riarmo dell'Ue ma Manfred Weber, parlando
in Aula, non ha mancato di bacchettare la sua collega di
partito, definendo "un errore", da parte di von der Leyen, il
ricorso all'articolo 122 che permette alla Commissione di
bypassare l'Eurocamera. "Abbiamo bisogno di velocità, di
raccogliere denaro, di prestarlo agli Stati membri", ha da parte
sua osservato von der Leyen promettendo che aggiornerà
costantemente l'Aula.
Sul RearmEu, a compattarsi sono state le opposizioni. A
salire in trincea, a Strasburgo è stato Conte. L'ex premier ha
prima esposto, fuori dall'Eurocamera, un grande striscione con
la scritta: "Basta soldi per le armi". La delegazione M5S ha poi
mostrato in Aula dei manifestini con su scritto: "Più sanità
meno armi", "No al Rearm Eu". "Ci sta portando verso una
economia di guerra, non voteremo la proposta di Von der Leyen
che ha recuperato la sua dimensione passata, quella bellica", ha
sottolineato Conte. Poco dopo, l'ex premier ha incrociato la
presidente della Commissione. I volti erano sorridenti, i toni
fermi. "Continueremo a fare una forte opposizione, saremo più
forti di te", ha detto Conte sorridendo. "Lo vedremo", ha
replicato von der Leyen. Un portavoce della Commissione,
commentando l'accaduto, ha nettamente derubricato lo scambio:
"E' stato un incontro del tutto casuale, non c'è altro da
dire...". Attorno al blitz di Conte, nel frattempo, si è
raccolto il gruppo delle Sinistre. Dall'altra parte, altrettanto
netta è l'opposizione della Lega. "Sul riarmo nella maggioranza
abbiamo idee diverse, ma nessuna crisi di governo", ha spiegato
Roberto Vannacci.
Sul dossier von der Leyen non farà passi indietro, forte
anche dell'appoggio degli Stati membri. I pilastri degli 850
miliardi del piano restano la clausola di salvaguardia
nazionale, i prestiti Ue del programma Safe, l'opzione per i
governi - "volontaria", ha precisato von der Leyen - di usare i
fondi di Coesione. Il presidente del Consiglio europeo Antonio
Costa, parlando anche lui in Aula, ha sottolineato come il
RearmEu "permette spese sia nella difesa che nel sociale",
provando così a tendere una mano a chi, come il Pd, nei
Socialisti propende per non votare la risoluzione. La
delegazione Dem, in serata, è tornata a incontrarsi per valutare
il da farsi. L'impressione è che la pattuglia dei contras
potrebbe assottigliarsi, con Nicola Zingaretti che, nel
pomeriggio, ha avuto anche un faccia a faccia con il commissario
alla Difesa Andrius Kubulius. Ribadendo le ragioni del Pd ma non
chiudendo le porte alla principale iniziativa dei primi 100
giorni di Ursula.
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