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>>>ANSA/ L'offerta Nato per convincere Trump sulla Groenlandia

>>>ANSA/ L'offerta Nato per convincere Trump sulla Groenlandia

'Più forze in Artico'. Al summit Ue scontro sui fondi per difesa

BRUXELLES, 01 febbraio 2025, 20:30

Redazione ANSA

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(di Valentina Brini) Per ora è soltanto un'ipotesi, ma il messaggio sarebbe già stato recapitato alla Casa Bianca.
    La Nato sta valutando di rafforzare la sua presenza militare nell'Artico: un escamotage - rilanciato dal quotidiano tedesco Handelsblatt citando fonti dell'Alleanza - per convincere Donald Trump a mettere da parte le sue mire espansionistiche e che mette in luce la ricerca dell'appeasement anche per scongiurare la guerra dei dazi. I leader Ue lunedì cercheranno l'unità intorno alla Nato e al suo segretario generale, Mark Rutte, al vertice informale sulla difesa a Bruxelles: sul tavolo - a cui siederà anche il leader britannico Keir Starmer, prima presenza d'oltremanica a un summit Ue dai tempi della Brexit - ci saranno anche le pretese del presidente americano sulla spesa militare da portare fino al 5% del Pil. E come reperire le risorse. Tutte le opzioni sono allo studio, ma lo scontro è già acceso: Berlino, in piena campagna elettorale, e L'Aja sono pronte a fare muro contro gli eurobond, mentre Roma, Parigi e Madrid puntano allo scorporo dal Patto di stabilità.
    Sulle ambizioni territoriali Trump "non scherza", ha assicurato nei giorni scorsi il segretario di Stato americano Marco Rubio, atteso nelle prossime ore a Panama. Prova ne è che proprio sulla sorte del canale che collega l'Atlantico al Pacifico il presidente americano nelle ultime ore è tornato all'attacco. Un maggiore coinvolgimento degli Alleati in Groenlandia allora, nei piani della Nato, potrebbe rispondere alle esigenze di sicurezza a stelle e strisce senza modificare lo status dell'isola. La strategia, in discussione ancora soltanto a livello informale, si baserebbe sui nuovi piani di difesa Nato già adottati nel 2023: i documenti classificati prevedono un aumento delle capacità di deterrenza e difesa nell'estremo nord in chiave anti-Russia e anti-Cina, la cui presenza navale nell'area si fa sempre più pressante. A spingere l'Alleanza verso questa direzione - affossando l'idea di Parigi di schierare truppe Ue nell'Artico per avvertire non solo Mosca e Pechino, ma lo stesso Trump - è la premier danese Mette Frederiksen, da settimane in pressing sugli alleati. Copenaghen è già impegnata a protezione dell'isola con 2 miliardi di dollari per rafforzare la propria presenza militare nell'Artico e nel Nord Atlantico. Ma dietro l'accelerazione strategica si cela il vero nodo della partita: i finanziamenti per la difesa. Il dossier finirà per alimentare il braccio di ferro sulla percentuale del Pil destinare alla sicurezza.
    Al 'ritiro', nel gergo comunitario, al Palais d'Egmont i leader Ue metteranno sul piatto tre punti chiave: quali progetti strategici sono prioritari (dallo scudo europeo di difesa aerea alla mobilità militare), le opzioni di finanziamento (eurobond, bilancio comune o lo scongelamento delle risorse del Mes) e come rafforzare l'industria bellica europea, cercando sinergie tra i big del settore per ottimizzare costi ed efficienza. "Quello che vedo ora non basta e, se non ci muoviamo, oggi siamo al sicuro ma tra quattro o cinque anni potremmo non esserlo più", è l'esortazione che Rutte, insieme all'Alto rappresentante Kaja Kallas e al commissario Ue per la Difesa, Andrus Kubiulius, vanno ripetendo continuando a ribadire la pericolosità di Mosca e ad assicurare pieno sostegno a Kiev. Una posizione che si scontra però con la linea più prudente dei frugali sulla spesa, contrari a nuovo debito comune e per i quali la via più rapida per colmare il ritardo dell'industria europea e il gap di sicurezza è acquistare più armi dagli Stati Uniti. Diverse fonti europee fanno tuttavia notare che sul fronte dei finanziamenti "ci sono state delle evoluzioni" tra i falchi capitanati dall'Aja che a giugno ospiterà il vertice dei leader Nato, tanto che - nonostante ufficialmente le posizioni restino distanti - si parla di un possibile fondo comune ad hoc da 500 miliardi di euro. Per l'Italia la priorità però è chiara: scorporare le spese dai paletti del Patto di stabilità. Un piano che piace a Francia, Spagna e Polonia, ma dalle trattative in salita. Le risposte di Ue e Alleati arriveranno a giugno, ma la prima bozza della strategia comunitaria sarà nero su bianco già a marzo, con il White Paper sulla difesa.
   

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