(di Valentina Brini)
Ci sono voluti quasi vent'anni,
innumerevoli battaglie politiche e 236 giorni di estenuanti
negoziati, ma alla fine Bart De Wever ce l'ha fatta. L'uomo dal
passato separatista, a lungo accusato di voler distruggere il
Belgio, sarà il primo fiammingo di destra a guidare il governo
federale. Alla testa della sua Alleanza Neo-Fiamminga, governerà
con una coalizione color Arizona che unisce pezzi di tutto
l'arco politico: i liberali e centristi della Vallonia
(Mouvement Réformateur e Les Engagés), i socialisti fiamminghi
di Vooruit e i cristiano-democratici di Cd&V. Siglato l'accordo
con i partner, a inizio settimana il sindaco di Anversa presterà
giuramento trasferendosi al numero 16 di rue de la Loi a
Bruxelles. Da lì partirà la sua offensiva: una stretta
sull'immigrazione irregolare e la missione di rimettere in sesto
i disastrati conti pubblici. Un cammino che, per stessa
ammissione del prossimo terzo premier dei Conservatori Ue
accanto a Giorgia Meloni e al ceco Petr Fila, "non sarà una
passeggiata di salute".
Uomo forte della Fiandre da due decenni, studioso di storia
antica e appassionato di Giulio Cesare, a giugno il leader
54enne autodefinitosi "ubriaco di potere" ha ribaltato tutti i
pronostici sbaragliando l'ultradestra del Vlaams Belang.
Puntando sulla "prosperità fiamminga" e la difesa dei valori
contro la cultura woke, è arrivato a irridere il rivale Tom Van
Grieken e la sua ambizione d'indipendenza delle Fiandre, un
tempo suo stesso cavallo di battaglia. Segno che il vento è
cambiato: oggi per il capo dell'N-Va cresciuto nei sobborghi di
Anversa in una famiglia immersa nelle idee nazionaliste - il
nonno paterno, Léon, insegnante, fu imprigionato alla fine della
Seconda guerra mondiale con l'accusa di collaborazionismo con la
Germania nazista - "il confederalismo può bastare".
"Sembrerà arrogante, ma sono nato per questo. E' la mia
passione. Quando senti la chiamata della politica, è impossibile
resistere", si racconta nel recente documentario 'BDW, animale
politico'. Ora sarà lui a sedersi al tavolo dei Ventisette -
forse già lunedì al vertice dei leader Ue sulla difesa - dando
linfa ai Conservatori al fianco di Meloni e Fiala. "Un risultato
storico", nelle parole dell'eurodeputato di Fratelli d'Italia e
co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Nicola
Procaccini, che rafforza ulteriormente l'asse della destra in
Europa e mette sotto pressione la maggioranza Ursula, fondata
sull'intesa da tempo fragile tra popolari, socialisti e
liberali. Un equilibrio che potrebbe ulteriormente incrinarsi
con il voto tedesco del 23 febbraio e la possibile ascesa
dell'ultradestra dell'AfD. De Wever ha già messo in chiaro le
priorità della coalizione Arizona: una stretta decisa sui
migranti irregolari, con un accesso più rigido ai sussidi
sociali e più obblighi d'integrazione. "Il nostro governo ha
scelto di guardare in faccia la realtà e di agire per rafforzare
la prosperità di tutti i cittadini", ha scandito. La sfida più
dura però sarà sui conti pubblici con il deficit belga che vola
oltre il 4% del Pil, tra i più alti d'Europa.
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