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Von der Leyen suona la sveglia: "L'Ue ora cambi marcia"

Von der Leyen suona la sveglia: "L'Ue ora cambi marcia"

Pronto il piano sulla competitività: "Reagiremo ai dazi Usa"

STRASBURGO, 22 gennaio 2025, 09:05

Michele Esposito

ANSACheck
Von der Leyen suona la sveglia: "L 'Ue ora cambi marcia" © ANSA/AFP

Von der Leyen suona la sveglia: "L 'Ue ora cambi marcia" © ANSA/AFP

STRASBURGO - Davos, Strasburgo, Bruxelles. La prima risposta Ue a Donald Trump ha diverse sfaccettature, anche geografiche. Ma ha soprattutto un punto dal quale partire: il tempo del "calma e gesso" è finito, serve una risposta ponderata ma rapida. È toccato a Ursula von der Leyen, dal palco di Davos, riprendere le redini della politica comunitaria all'alba di una nuova era. E la presidente della Commissione, pur senza tradire alcuna preoccupazione, ha mandato un messaggio chiaro: "Il mondo pensato 25 anni fa non è più una realtà. Il mondo oggi è in competizione, l'Ue deve cambiare marcia per crescere". Il primo discorso pubblico dopo la grave polmonite della numero uno dell'esecutivo comunitario era particolarmente atteso. Von der Leyen non si è tirata indietro. Ha difeso gli accordi di Parigi sul clima dai quali Trump ha ritirato gli Usa.

Ha ribadito il pieno sostegno all'Ucraina a prescindere da Washington. Ha annunciato il primo viaggio della Commissione in India, tassello cruciale delle partnership globali di Bruxelles. E, soprattutto, ha confermato che la settimana prossima la Commissione varerà la Bussola per la Competitività, figlia del report di Mario Draghi. Il piano ha molteplici obiettivi: ridurre il gap sull'innovazione, accelerare sulla decarbonizzazione, aumentare la produttività, semplificare le regole, stoppare la fuga dei cervelli. Non sarà un documento coercitivo ma una roadmap dalla quale la Commissione farà derivare un complesso di norme.

Nel suo intervento a Davos, von der Leyen ha anticipato tre punti cardine del piano: una unione dei capitali "liquida e profonda", una feroce sburocratizzazione, un'autonomia energetica che premi le rinnovabili e abbassi i costi. Piano che ha un grande assente: la previsione di debito comune. Su questo punto von der Leyen deve fare i conti con le divisioni interne all'Ue e, soprattutto, deve attendere il voto in Germania del 23 febbraio. Ma la sensazione, a Bruxelles, è che con Trump a Washington sia arrivato anche il tempo dell'azione.

Il 26 febbraio il Clean Industrial Deal chiuderà un cerchio che, nelle prossime settimane, si arricchirà anche del Libro Bianco sulla Difesa. E gli Usa? "Siamo pronti a negoziare sul commercio" ma "rimarremo sempre fedeli ai nostri principi. Proteggere i nostri interessi e sostenere i nostri valori: questo è il modo europeo", ha sottolineato von der Leyen. "Siamo pronti a reagire ai dazi, siamo uniti", ha rimarcato a margine dell'Ecofin a Bruxelles il vicepresidente della Commissione con delega all'Industria, Stephane Sejourné.

La presidente della Commissione, dopo Davos, è attesa a Strasburgo. Alla prima Plenaria del 2025, com'era prevedibile, sono stati due i convitati di pietra: Trump e il suo braccio destro, Elon Musk. Ed è proprio all'interno dell'Eurocamera che si annida uno dei maggiori rischi legati al nuovo corso americano, quello di una frattura interna all'Ue. I Patrioti e AfD, nei dibattiti che in Aula si sono succeduti prima su X e poi sulle relazioni Ue-Usa, si sono schierati nettamente con Trump. Meno definito l'atteggiamento dei Conservatori, chiamati a destreggiarsi tra il dialogo con i partiti pro-Ue e un'alleanza con Trump che nella foto di Giorgia Meloni alla cerimonia di insediamento ha la sua plastica raffigurazione.

Anche i Popolari hanno scelto un basso profilo, evitando l'attacco frontale a Musk ma avvertendo Trump che, se si vuol parlare con Bruxelles, tocca farlo con loro e non con i Patrioti. Liberali e Socialisti hanno invece eretto la loro trincea: "Il saluto nazista di Musk è agghiacciante, non gli permetteremo di portare l'Europa all'estrema destra", è stato l'attacco di S&d. La presidente Roberta Metsola in realtà non ha escluso di invitare il tycoon, come richiesto da 40 eurodeputati delle destre. Per la maltese più che arroccarsi serve rinverdire l'immagine dell'Ue. E, anche per questo, al Parlamento è andato in scena per la prima volta un test: non dare la lista dei relatori in Aula per non innescare il fuggi fuggi di chi non parla. "È andata bene, oggi erano presenti in 148" nei dibattiti principali, ha commentato Metsola.
   

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