I colpi, che hanno colpito il
23enne egiziano ucciso dal comandante dei carabinieri di
Verucchio, Luciano Masini, sono stati cinque, di cui uno alla
spalla destra e gli altri tra il torace ed il capo. Questo il
primo dato emerso dall'autopsia disposta dalla Procura della
Repubblica che ha iscritto nel registro degli indagati il
carabiniere per eccesso colposo di difesa.
"Tali dati - si legge in una nota dell'Arma dei carabinieri
di Rimini - andranno valutati dal medico legale e dall'esperto
balistico, nominato dalla Procura di Rimini. L'analisi sugli
indumenti della vittima permetterà altresì di stabilire la
distanza tra le parti al momento degli ultimi spari e la
conseguente ricostruzione dell'azione, la cui prima parte è
ripresa dai filmati acquisiti".
Al momento il comandante Masini che non è stato oggetto di
alcun provvedimento disciplinare di altro natura è
volontariamente in riposo dal servizio attivo per qualche
giorno. Le indagini sono svolte dal nucleo investigativo dei
carabinieri di Rimini.
Per quanto riguarda le frasi in arabo che il giovane avrebbe
proferito mentre si avventava contro la pattuglia dei
carabinieri, e che sarebbero state udite anche dai carabinieri,
nulla trapela da fonti investigative. Il video in mano agli
inquirenti è quello di un cellulare di una persona presente in
strada al momento dei fatti la notte di Capodanno a Villa
Verucchio, frazione del comune di Verucchio nell'entroterra
riminese. Stando alle indiscrezioni nel video si vede il giovane
che avanza, si sente cosa dice in arabo, e si vede il comandante
dei carabinieri esplodere i primi colpi, ma non gli ultimi che
hanno appunto colpito il 23enne.
Il giovane presentava lividi compatibili con due colpi di
rimbalzo alle gambe (ragionevolmente di due dei primi colpi di
avvertimento, sparati a terra dal comandante, nella fase di
avvicinamento del giovane, armato del coltello. In totale il
carabiniere ha esploso 12 dei 15 colpi totali nella pistola
d'ordinanza, cinque hanno colpito il ragazzo direttamente altri
indirettamente.
Aveva con sé una copia del Corano e una corona per pregare.
Al momento non è possibile accertare se avesse contatti con
frange radicalizzate.
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