Ammonta a 400 milioni di euro,
esclusi i molluschi, il fatturato dell'itticoltura in Italia nel
2023. Il dato, rilevato dall' Associazione Piscicoltori
Italiani, è diffuso da AquaFarm, mostra-convegno internazionale
dedicata all'acquacoltura e all'industria della pesca
sostenibile, in programma mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio
2025 presso Pordenone Fiere. La specie più allevata è la trota,
con 30.000 tonnellate e 280 milioni di uova embrionate, seguita
da orate e spigole con 17.000 tonnellate. L'Italia inoltre
produce 160 milioni di avannotti di specie marine pregiate. Il
report segnala che l'Italia è il secondo produttore mondiale di
caviale di storione con 65 tonnellate di uova, dopo la Cina. Dal
punto di vista socioeconomico, l'itticoltura avviene in Italia
in 800 siti produttivi concentrati per il 60% al Nord, il 15% al
Centro e il 25% al Sud, dove vengono allevate più di 25 specie.
Relativamente alla panoramica sul mercato globale di allevamento
il rapporto della Fao, The State of World Fisheries and
Aquaculture, registra- sottolinea AquaFarm- il sorpasso storico
dell'allevamento sulla pesca per quanto riguarda le specie
ittiche con il 51% del totale corrispondenti a 94,4 milioni di
tonnellate (ultimi dati certificati relativi al 2022). Il 62,6%
della produzione avviene con allevamenti su terraferma, il
rimanente siti nelle acque costiere. Le specie allevate sono
circa 730, anche se il 60% è rappresentato da 17 varietà. La
crescita rispetto al 2020 è stata del 7,6%, concentrata per
oltre la metà nei pesci, seguiti dai crostacei e dai molluschi.
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