"Il mondo attorno a noi si trova oggi
in una situazione drammatica che richiederebbe capacità di
pazienza e di mediazione pari a quelle che Lei ha esercitato nel
Suo Paese. Oggi la vita è perdente; la morte domina il tempo.
La volontà di potenza supera la volontà di pace. Milioni di
donne, di uomini, di ragazze, di ragazzi in tutti i continenti
fuggono dalla guerra, dalla miseria, dalla persecuzione; non c'è
nessuno sulle nostre strade capace di raccoglierli, di dare a
ciascuno una vita e un destino. Questa distesa di corpi nudi
negli oceani e sulle sabbie, nei lager libici, a Gaza o nel Sud
Sudan sotto i nostri sguardi sono diventati pura zoé, senza
bios, senza umanità". A dirlo è stato Luciano Violante,
presidente di Multiversity, all'inaugurazione dell'anno
accademico dell'Università Mercatorum, a Roma. Ospite d'onore è
stata Ouided Bouchamaoui, imprenditrice Tunisina e Premio Nobel
per la Pace 2015.
Violante ha ricordato che attualmente sono in corso 59
guerre tra Stati, il più alto numero dopo la Seconda Guerra
Mondiale, e complessivamente 170 conflitti armati. "Intere
generazioni di giovani sono uccise, dall'Ucraina a Israele a
Gaza, dal Nagorno Karabash allo Yemen, dal Libano alla Siria. E
tacciamo delle vite delle centinaia di migliaia di giovani
russi mandati a morire da Putin. Come se stare, giustamente, con
gli ucraini ci debba rendere indifferenti di fronte alla morte
dei loro coetanei russi. L'aggressione armata sembra diventata
l'ordinario strumento di risoluzione dei conflitti
internazionali. Noi dovremmo batterci non tanto per la pace che
è affare dei governi, quanto per la vita che è affare dei
cittadini. Le ragazze iraniane dicono "Donne, vita, libertà" non
"Donne, pace, libertà".
La politica sembra incapace di proporre e garantire un ordine.
In questi casi interviene il diritto. Ma il diritto, per essere
efficace, ha bisogno del consenso e il consenso da parte dei
signori della guerra non c'è. E allora per superare il tempo
della guerra, ci vuole la forza del pensiero.
Noi, paesi che gravitiamo direttamente o indirettamente sul
Mediterraneo, siamo sull'orlo di un baratro. Può sembrare
strano, ma quando nè la politica né il diritto riescono a
ricostruire un ordine, viene il tempo il tempo della cultura,
degli intellettuali, delle Università, come luogo d'eccellenza
per la costruzione del pensiero nuovo", ha concluso Violante.
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