"E' ripartita la strategia per lo
smantellamento e la polverizzazione dell'istituto 'Paolo
Colosimo' per persone non vedenti ed ipovedenti e dei beni
lasciati in eredità dal barone Quintieri, probabilmente a
vantaggio di terzi e di interessi che nulla hanno a che vedere
con la loro cura e integrazione sociale. La contrasteremo
fortemente. Ciò affinché si preservi lo spirito sociale e
solidaristico dell'istituto per non vedenti e si rispetti la
destinazione dei beni che il barone Quintieri ha destinato alla
loro causa". E' quanto affermato dalla consigliera regionale
Maria Muscarà e dal presidente di "Sud Protagonista" ed ex
consigliere regionale, Salvatore Ronghi, nel corso di una
conferenza stampa tenuta nella sede del Consiglio Regionale
della Campania. Con loro anche il rappresentante di una
delegazione di persone non vedenti, ospiti dell'Istituto
Colosimo, Nunzio Torre.
"Ho presentato - ha ricordato Muscarà - un esposto alle
procure della Repubblica di Napoli e di Santa Maria Capua
Vetere, nonché alla Corte dei Conti, sul sospetto affidamento ad
una società di Mondragone delle due aziende agricole di
Passerano, nel comune di Gallicano, nel Lazio, e di
Montecoriolano, nel comune di Potenza Picena frazione Porto
(Macerata), facenti parte dell'eredità del barone Quintieri,
destinata alle persone non vedenti residenti nell'Istituto
Colosimo di Napoli. Entrambe le aziende agricole - ha proseguito
- dopo una positiva esperienza gestionale da parte della
Regione, sono state affidate alla Sauie, società regionale in
house, oggi posta in liquidazione. Ma ciò che sorprende e su cui
si chiede alla magistratura di fare chiarezza è stato
l'affidamento in concessione, con decreto dirigenziale n. 573
del 5 luglio scorso, delle stesse, al canone biennale, che
appare troppo basso rispetto al valore delle aziende, di euro
152.499,24 oltre iva, all'unica partecipante al bando, una
società con sede in Mondragone, nell'ambito di un procedimento
basato su un verbale di gara sui cui contenuti, che riteniamo
poco chiari, auspichiamo l'intervento chiarificatore della
magistratura e della Corte dei Conti".
"Ho iniziato questa importante battaglia - ha detto Ronghi -
in difesa dell'Istituto Colosimo nelle legislature in cui ho
ricoperto la carica di consigliere regionale ed intendo
rilanciarla, insieme con la consigliere Muscarà, per richiamare
la Regione, che si occupa della gestione dell'Istituto Colosimo,
attraverso la Sauie, attualmente posta in liquidazione, al
rispetto dello spirito sociale e solidaristico dello stesso e a
fermare ogni ipotesi di concessioni esterne e di 'svendita' del
beni che il Barone Quintieri destinò all'Istituto Colosimo per
le persone non vedenti".
"Siamo stati di recente all'Istituto Colosimo ed abbiamo
rilevato che alcune parti dello stesso versano in uno stato di
abbandono e ciò sembra essere finalizzato a concedere a terzi
estranei l'utilizzo delle stesse" - hanno aggiunto Muscarà e
Ronghi - ed, infatti - hanno proseguito - da qualche mese, "gira
voce" di un possibile ulteriore ampliamento di spazi da
concedere al Museo Mann e di intere aree da destinare al
Conservatorio di San Pietro Majella. Inoltre, nonostante una
tinteggiatura di facciata - hanno aggiunto Muscarà e Ronghi
mostrando alcune immagini dei locali - alcune stanze, destinate
al convitto, confinano con una autentica discarica di materassi,
stracci e mobili vecchi, accantonati da alcuni anni; così come
la sala storica che, nel passato, veniva utilizzata per
convegni, sfilate, iniziative sociali e culturali, oggi è
ridotta al massimo abbandono con il pianoforte impolverato,
sedie sporche e pavimento divelto. Per non parlare, poi, del
teatro, per il quale furono spese ingenti risorse, e che, oggi,
non è utilizzato, tanto che le uscite di sicurezza sono
ostruite da suppellettili abbandonate, perché, probabilmente, si
sta pensando di concederne l'uso a terzi estranei. Il tutto a
discapito dei non vedenti".
"Abbiamo scritto numerose lettere all'assessore al Demanio e
Patrimonio per chiedere interventi di ristrutturazione dei
locali a favore dei non vedenti ed ipovedenti ma non abbiamo
ricevuto risposte - ha detto Torre - anzi, è stato fissato un
tetto massimo al numero degli ospiti che riteniamo inadeguato
rispetto alle potenzialità della struttura che potrebbe
accogliere tane altre persone non vedenti ed ipovedenti ed
offrire loro attività adeguate per la loro piena integrazione
sociale, come avveniva nel passato. La Regione, invece - ha
continuato Torre - sta tentando in tutti i modi di far entrare
altri soggetti per attività esterne nell'Istituto Colosimo;
infatti, ci sono stati sopralluoghi tecnici dai quali sembra
emergere la volontà di dare spazio ad altre attività, come il
Conservatorio di San Pietro a Majella, ma tutti i locali
dell'Istituto Colosimo sono destinati alle persone non vedenti
fin dal 1892 ed, anzi, chiediamo che riprendano tutte le
attività sociale e culturali ad essi destinate, utilizzando i
proventi dei beni lasciati dal barone Quintieri per l'Istituto
Colosimo. Inoltre - ha proseguito Torre - è stato fissato un
tetto massimo di 55 persone non vedenti che possono essere
ospiti dell'Istituto che è incomprensibile in quanto la
struttura potrebbe accogliere molte più persone e dare
importanti risposte sociali".
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