Il ruolo della Consulta "che non deve fare il Parlamento" ma anche il sistema carcerario, "non sapevo cosa significasse stare in 14 in pochi metri quadrati destinati a 4, prima di entrare in carcere.
Deve essere una privazione della libertà umana o della dignità?".
Ha parlato di
questo e anche di molto altro il presidente emerito della Corte
Costituzionale Giuliano Amato al Dipartimento di Giurisprudenza
dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli a Santa Maria
Capua Vetere (Caserta), durante la presentazione del volume
"Storie di diritti e di democrazia. La Corte costituzionale
nella società", scritto a quattro mani con Donatella Stasio,
Editorialista de La Stampa, presente all'evento.
La sua aperta critica al sistema carcerario ha provocato gli
applausi di tanti docenti e studenti presenti nell'aula magna
del Dipartimento. Amato si è poi soffermato sul ruolo della
Consulta. "Democrazia - ha sottolineato Amato - è anche
rispetto dei ruoli. La Corte non deve fare il Parlamento. I
giudici non devono andare oltre l'interpretazione della legge
offerta dalle sue parole. Il rischio è di trovarsi davanti a un
'governo dei giudici', non meno grave all'assoggettamento dei
giudici ai legislatori".
Emblematico il caso delle Rems, le residenze per l'esecuzione
delle misure di sicurezza, per le quali era stata sottoposta
alla Consulta questione di costituzionalità della normativa che
le disciplina; la Corte dichiarò la questione inammissibile per
non entrare nel merito e dichiarare incostituzionale la
normativa sulle Rems, creando così un vuoto nell'ordinamento.
"Esiste, oggi - osserva Giuliano Amato - una difficoltà della
politica, ma la Corte non deve approfittarne. Nel caso delle
Rems, è stata sottoposta a noi la questione di costituzionalità
per il fatto che i potenziali fruitori dovessero restare in
carcere o uscire, in mancanza di posti nelle strutture. La Corte
non può risolvere questa questione. Non può essere Corte o
Parlamento, dev'essere Corte e Parlamento. La questione di
democrazia si risolve solo con entrambi, senza che uno prenda il
ruolo dell'altro".
Amato affronta poi, su input di uno studente un altro tema
caldo e divisivo, l'eutanasia. "Ho appena presentato - racconta
- un volumetto intitolato Dialogo sul suicidio assistito (il
cortile dei gentili). Abbiamo trovato una difficile intesa con
persone in linea di pensiero contrarie. Un percorso stretto e
difficile. Come? Non impostando la discussione come slogan della
propria posizione. Le cose cambiano, al nostro tempo. Oggi
sopravviviamo per quello che anche un Papa considera accanimento
terapeutico. Se uno lo chiede, perché negarglielo? Uno degli
autori contrari pensa sia una sconfitta. Possiamo sperare che in
Parlamento succeda qualcosa di simile e si smetta di sbandierare
le proprie posizioni come slogan. La Corte non può fare tutto,
però, ed è importante che sappia cosa non deve fare". Alla
presentazione del volume erano presenti il Rettore della
Vanvitelli, Giovanni Francesco Nicoletti, il Direttore del
Dipartimento di Giurisprudenza Raffaele Picaro e i docente
ordinari Lorenzo Chieffi (Diritto costituzionale e pubblico) e
Maria Pia Iadicicco (Diritto costituzionale e pubblico).
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