Gli agenti di polizia hanno confermato che "tutti gli occupanti erano morti prima che l'imbarcazione sia entrata in acque territoriali" di Saints Kitts e Nevis e che, dato "l'avanzato stato di decomposizione" dei 19 corpi, il caicco "era stato in mare durante un periodo prolungato". Ancora non è stato possibile identificare le vittime, perché "i corpi erano troppo deteriorati per determinare il genere". Le autorità hanno, inoltre, indicato che "alcune delle vittime provenivano dal Mali, in Africa occidentale", secondo i documenti di identificazione ritrovati a bordo dell'imbarcazione. La polizia continua "a lavorare diligentemente per confermare le loro identità e capire le circostanze che hanno portato a questa drammatica situazione".
L'imbarcazione recuperata era simile al caicco fantasma disperso nell'Oceano Atlantico, recuperato da pescatori nel giugno del 2021 con a bordo i corpi di 14 migranti ammassati l'uno sull'altro, salpato cinquemila chilometri prima dalle coste dell'Africa occidentale. E a un altro barcone con 5 cadaveri a bordo recuperato al largo delle coste di Trinidad e Tobago lo scorso fine settimana. Si tratterebbe in tutti i casi di fragili imbarcazioni salpate dalle coste africane per raggiungere l'arcipelago iberico delle Canarie, frontiera sud dell'Unione Europea, ma finiti alla deriva e perduti nell'Atlantico in traversate divenute transoceaniche.
Nel 2024 circa 46mila persone sono giunte alle Canarie, e almeno altre 2.500 dall'inizio del 2025. Sono i migranti fortunati che ce l'hanno fatta, poiché oltre 10mila persone sono morte durante la traversata lo scorso anno, secondo le stime della Ong Caminando Fronteras, che raccoglie le segnalazioni dei familiari dei migranti dispersi durante le odissee in mare lungo la rotta atlantica dalle coste dell'Africa nord Occidentale all'arcipelago, che è una delle più mortali del pianeta.
(ANSAmed).
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