BRUXELLES - "Sono quasi quotidiane le interferenze politiche del signor Elon Musk nei confronti di Stati membri dell'Europa: l'uomo più ricco del pianeta è un pericolo per le nostre democrazie anche perché da proprietario della piattaforma X manipola il dibattito pubblico e da monopolista convinto mette in discussione la libera concorrenza". È quanto hanno dichiarato Antonio Nicita, vicecapogruppo Pd al Senato, e Sandro Ruotolo, europarlamentare e membro della segreteria del Pd, spiegando che come Partito Democratico sono state presentate diverse interrogazioni, a Roma e a Bruxelles "per sottolineare la nostra preoccupazione e la nostra opposizione all'ipotesi che il Governo italiano possa concludere un contratto quinquennale da 1,5 miliardi di euro con SpaceX-Starlink di Elon Musk".
"Ci interessa far luce su questioni strategiche perché la salvezza della nostra democrazia oggi passa anche per la sicurezza nazionale e la sovranità digitale: il controllo dell'industria, dell'aerospaziale, delle auto elettriche, dei social media (attraverso la piattaforma X) fanno del magnate americano un proprietario espressione del tecnopopulismo allergico a ogni regola, specie quelle europee che riguardano la concorrenza", si legge nel testo delle interrogazioni.
"Il proprietario di X non ha alcuna intenzione di adeguarsi alle prescrizioni del Digital Services Act. Anzi, Musk fa un uso personalistico incendiario della piattaforma, propagando notizie false e hate speech", proseguono i due dem. "Nel mirino di Elon Musk oggi ci sono Gran Bretagna e Germania, ieri la magistratura italiana, e se il modello Starlink è così indispensabile e urgente perché non osserviamo una corsa dei Paesi membri per sottoscrivere contratti con Musk, ma solo una irresistibile ansia italiana?", si legge ancora.
"La strategia europea promuove lo sviluppo di tecnologie di telecomunicazione interne per evitare dipendenze strategiche, soprattutto in settori critici come la sicurezza, oggi il signor Musk rappresenta un pericolo per gli assetti politici ed economici dell'Europa", affermano ancora. "Chiediamo pertanto alla presidente von der Leyen e al governo italiano - concludono i due parlamentari - se non sia il caso di investire in soluzioni europee per evitare di finire nelle mani di un monopolista amico dell'internazionale reazionaria".
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